Pensare dal riconoscimento
Paul Ricoeur e il sapere come evento intersoggettivo
Premessa di Adriano Fabris
Postfazione di Massimo Donà
«Che non esista una teoria del riconoscimento degna di questo nome, così come invece esistono una o più teorie della conoscenza, è un fatto» (P. Ricoeur). Se sul piano teorico il riconoscere si presenta come una modalità attiva del conoscere oggettivo, sul piano pratico esso chiama in causa il rapporto con l’altro ed evidenzia una dimensione etico-pratica insieme attiva e passiva, espressione di una reciprocità che gli è costitutiva: dice, cioè, l’originaria correlazione tra la relazione a sé e la relazione ad altri.
Come pensare insieme, quindi, dimensione teorica e dimensione pratica del riconoscimento? La pista teor-etica che si sviluppa in questo volume è quella di un pensare che si esercita nella e a partire dalla relazione di reciprocità con l’altro da sé – nel rispetto della dissimmetria originaria che la costituisce – soltanto nella quale può accadere l’evento della conoscenza come qualcosa di gratuito che suscita gratitudine. In tal modo il riconoscimento, declinato tutto al passivo come riconoscenza, apre la strada all’esperienza di un “pensare insieme” nello spazio del “tra”.