Montesquieu a Marsiglia
A cura di Andrea Tagliapietra e Caterina Piccione
Protagonista della pièce è un dono, il più incondizionato possibile, un dono che cela l’identità del donatore per non poter essere contraccambiato. L’accadimento narrato ha basi storiche reali: Montesquieu, durante un soggiorno a Marsiglia, viene a conoscenza della disgrazia che ha colpito una famiglia onesta e decide di riscattare il loro destino, mantenendo tuttavia segreta la propria identità. Comincia allora una sorta di giallo, alla ricerca di colui che ha salvato le sorti della famiglia, laddove la generosità di Montesquieu fugge (letteralmente!) ogni forma di riconoscenza e riconoscimento. Lo spettatore, coinvolto emotivamente dalla vicenda, ha anche l’occasione di imparare una lezione di filosofia politica. Infatti la narrazione drammatica è costellata di conversazioni fra Montesquieu e Madame de Pérouville, una donna appassionata di lettere che si intrattiene con il filosofo mentre lavora nella bottega del marito. Mettendo al centro dell’attenzione drammatica le qualità umane di Montesquieu, Mercier introduce la sua teoria politica solo in un secondo momento, così che la biografia si tratteggia come presupposto della sua filosofia. Nella scrittura di Mercier il gesto generoso di Montesquieu è un paradigma etico che, in maniera del tutto inedita, intreccia vita, teatro e filosofia.