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La seconda vita di Abram Potz
Traduzione italiana e a cura di Chiara Strabioli
«Ho ucciso un uomo che non mi aveva fatto niente. Io! Io, Abram Potz, con le mie mani moribonde e frigide, senza un movente apparente, ho gettato un uomo alla morte. Ho abolito un’anima. Ed ecco che questo primo delitto mi dà non dico la gioia di vivere – non chiedo tanto –, ma una ragione per differire il mio trapasso. Ho meno fretta di morire, sento in me un’alacrità nuova.»
Abram Potz, psicanalista ebreo, un vecchio dislocato, con una memoria vacillante ma perversa. Le sue confessioni ci immergono, con toccante cinismo e implacabile umorismo, nelle doglie della vecchiaia.
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