Il "fatto" nella teoria generale del reato
“Per oltre quarant’anni la scienza italiana del diritto penale, sostanziale e processuale,ha avuto in Giacomo Delitala la guida indiscussa. Le sue opere hanno imposto un metodo e rinnovato lo stile. Il suo magistero è stato prodigo di frutti. Fra i tanti allievi, spiccano infatti i nomi di altrettanti maestri (Bettiol, Vassalli, Nuvolone, Saraceno, Crespi, Pedrazzi); e l'autorevolezza di cui godeva andava ben oltre la cerchia dei discepoli e dei penalisti: nell'intero mondo accademico fluiva dal riconoscimento della sua grande statura intellettuale e dalla sua equanime probità. Fu il primo a costruire il sistema del reato con gli strumenti più raffinati della moderna dommatica. Iniziò gli studi quando la scuola penalistica tedesca era ancora nel pieno di quella fioritura che sta a cavallo tra l'impero guglielmino e la Repubblica di Weimar. Le conquiste migliori di quella dottrina Delitala seppe assimilarle, sfrondandole dall'esasperazione concettualistica e dall'astrazione fine a sé stessa. Il “fatto" nella teoria generale del reato (Padova 1930) rappresenta una mirabile e personalissima rielaborazione di quelle conquiste, sorretta dall’attaccamento al concreto proprio della tradizione giuridica nostrana e dal senso dell'essenziale, che dell'ingegno di Delitala era qualità precipua.” (tratto da G. Marinucci, in I. Birocchi, E. Cortese, A. Mattone, M.N. Miletti (diretto da), Dizionario bibliografico dei giuristi italiani (XII-XX secolo), vol. I, Il Mulino, Bologna, 2013, p. 748 s.)