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Numero: 7
Anno: 2018
Prezzo: €13,00

ISBN: 9788885716445
Pagine: 132
Formato: 15 x 21 cm

Gastrosofia divina
Il cibo dello Spirito nell’èra tecnologica

Traduzione italiana e a cura di Lucio Sessa


Mangiare, ingerire, assimilare. Nel nostro tempo iconico, si mangia anche e soprattutto con gli occhi: attraverso la circolazione onnimoda dei flussi finanziari, dell’interscambio di idee e merci su scala mondiale, e della loro concrezione nell’economia del consumatore, le immagini sono ingerite, e il cibo, a sua volta, diventa immagine, in un’altalena di conversioni reciproche. E così come un tempo il cibo si appoggiava, giustificandosi, su un rito sacrificale che rinviava al mondo soprannaturale, adesso anche le icone audio-visive – l’alimento spirituale della nostra epoca – dipendono dalle grandi compagnie produttrici di soft e hardware (che a loro volta convertono il loro valore «nutritivo» in valori economici) e dalle non meno grandi corporation di mezzi di comunicazione, nonché dal trionfo planetario della Mobile Age e dei social network. Tutto ciò circola tra noi e dentro di noi quali «arterie» che regolano il traffico comunicazionale, veicolando prodotti virtuali di consumo quotidiano che possono essere letteralmente considerati come sovra-sostanziali (epioúsioi), come nel testo originale del Padrenostro si dice del pane che quotidianamente chiediamo a Dio. E tutto ciò ritorna a questo nostro mondo sub-lunare mediante l’istituzione dei nuovi templi del fast food, disseminati urbi et orbi, con le loro parole rituali: I lov’it.


Gastrosofia divina. Arte dei piaceri della tavola. E la carne si fa Parola, pubblica e pubblicitaria, che abita in mezzo a noi e si diffonde nella nuova Messa mondiale: l’Expo Milano 2015, e il suo titolo, «Nutrire il pianeta», che ha fornito l’occasione per questo saggio. Date al turismo quel che è dei tour operator e all’alimentazione mondiale ciò che è della circolazione monetaria elettronica. Consummatum est.

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